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Protesi di Spalla

PROTESI DI SPALLA

La  sostituzione protesica di spalla  trova indicazioni in caso di osteonecrosi della testa omerale, di artrite reumatoide, nell'artrosi primaria o secondaria ad esiti traumatici, nelle fratture pluriframmentarie della testa omerale e nelle gravi artropatie della cuffia dei rotatori.

Artrosi della Spalla.
L’artrosi della spalla, e più precisamente quella dell’articolazione gleno omerale, è caratterizzata da una degenerazione della cartilagine articolare. I pazienti maggiormente colpiti sono di età superiore ai 55-60 anni. L’artrosi può essere post-traumatica oppure degenerativa. I sintomi più comuni sono il dolore e la difficoltà di movimento. In relazione alla sintomatologia, all’età ed alle esigenze funzionali il trattamento può essere conservativo, infiltrativo o chirurgico di sostituzione protesica.

L'intervento di sostituzione protesica consiste nella resezione delle componenti articolari ormai deformate e nella sostituzione con componenti protesici artificiali composti da diverse leghe metalliche. A seconda della situazione locale può essere scelta la sostituzione della sola testa omerale (endoprotesi) o di entrambe le superfici articolari (artroprotesi).

L’artroprotesi è costituita da due parti, uno stelo (omerale) ed una glenoide (scapolare). La glenoide in polietilene può essere direttamente cementata o accoppiata a metallo (titanio) per permettere una fissazione  per osteointegrazione. Anche lo stelo può essere cementato o non cementato. In genere le protesi utilizzate sono modulari per permettere un migliore adattamento anatomico e garantire una eventuale ripresa. Protesi più recenti, per diminuire l'invasività chirurgica e l'aggressione ossea, hanno ridotto lo stelo e si affidano prevalentemente ad una presa ossea metafisaria. Alte tipo Copeland sono protesi di superficie simili a quelle utilizzate nell'anca. La scelta tra i diversi tipi di protesi viene effettuata in base a più fattori (qualità del tessuto osseo, tipo di patologia, grado di deformità articolare, età del paziente ecc.). Lo scopo dell'intervento è quello di restituire un'articolazione non dolente, in buon asse, sufficientemente mobile per poter eseguire i più comuni gesti della vita quotidiana.
Protesi particolari dette "inverse" vengono utilizzzate nelle artropatie degenerative secondarie a lesioni irreparabili  della cuffia dei muscoli rotatori. Il design specifico di queste protesi permette l'abbassamento e la medializzazione del centro di rotazione, consentendo di aumentare il braccio di leva del muscolo deltoide in modo da avviare l'abduzione malgrado l'assenza dei muscoli abduttori della cuffia. Si tratta di una componente glenoidea sferica montata su un supporto avvitato che si articola con una componente omerale concava di polietilene, fissata a uno stelo metallico specifico. Tale sistema può essere impiantato attraverso un accesso deltoideo-pettorale o anterosuperiore. La protesi inversa ha permesso di salvare un numero sempre maggiore di spalle tra quelle che non avrebbero potuto essere recuperate altrimenti. Al momento tuttavia è consigliabile solo in soggetti anziani per il rischio di scollamento della componente glenoidea in risposta a sollecitazioni meccaniche intense.
Si ricorda che qualsiasi sostituzione protesica della spalla necessita di una cuffia funzionalmente integra per poter muovere quanto impiantato e questo giustifica il netto incremento negli ultimissimi anni degli interventi di protesi inversa (ad articolarità invertita con sfera a livello della glena e parte concava alla epifisi distale dell’omero) rispetto alle protesi anatomiche che necessitano di una cuffia dei rotatori valida per permettere il movimento di una componente rispetto all’altra.